La "Ceccaroni", la mia caserma

Dopo il mio articolo pubblicato sull'ultimo numero di "Ca' Nosta" con piacere vi voglio descrivere la vita quotidiana, e non solo, nella caserma Ceccaroni a Rivoli, caserma piena di verde e di ampi spazi aperti. 

Dopo il C.A.R. (Centro Addestramento Reclute) a Savigliano, il giuramento a Cuneo, il corso da topografo addetto al tiro presso la caserma Piave a Civitavecchia, arrivai a Rivoli al comando 1° artiglieria da montagna. 

Sarà mia cura descrivervi le tappe sopra elencate in altri articoli futuri. 

A me, come a tutti gli altri nuovi arrivati, gli anziani di naia iniziarono subito a presentarsi attraverso qualche scherzo come gavettoni e chiusura dell'acqua mentre facevamo la doccia. Arrivarono anche, come da prassi, richieste quali la preparazione del loro "cubo" (materassino, lenzuola, coperta e cuscino piegati a forma di cubo perfetto da disporre sulla brandina) e la pulizia del fucile assegnato al posto loro. 

Sia gli scherzi che le nuove 'incombenze' vennero presi con tanta serenità tale che il tempo passò senza quasi accorgermene. La giornata in caserma iniziava molto presto. 

Subito dopo il suono della sveglia nelle camerate avveniva il controllo dell'ufficiale o sottoufficiale di giornata e chi veniva trovato ancora in branda (sul letto) veniva punito con alcuni giorni di consegna ovvero non aveva la libera uscita serale.

In camerata si provvedeva a fare il "cubo", a lavarsi, vestirsi, con ovviamente la divisa in perfetto ordine, e a recarsi al suono dell'adunata nel piazzale centrale per l'alzabandiera, il nostro bel tricolore. 

Dopo lo scioglimento dell'adunata per l'alzabandiera ogni commilitone provvedeva a svolgere le mansioni assegnate. I meccanici si recavano con i camion alla caserma distaccata R.R. situata in via Rosta per la manutenzione degli automezzi.

I cuochi e i lavastoviglie andavano nei locali cucina per iniziare a preparare.

C'erano poi gli addetti alle pulizie interne, camerate e servizi igienici, e quelli alle pulizie esterne, giardini e piazzali. Tutti gli addetti ai lavori manuali dovevano indossare la tuta militare da lavoro. 

Ed infine c'erano quelli che prestavano servizio negli uffici; io ero tra questi. 

La mia destinazione era stata quella del reparto comando dove lavoravo nell'ufficio della fureria, come addetto ai servizi di tutta la caserma sotto il comando del maresciallo Pistarino. 

Ricordo che il 1° reggimento dell'artiglieria da montagna, caserma Ceccaroni, era comandato dal colonnello Fasella e dal vice-comandante tenente colonnello Gaz....... (...Continua..)                                                                                                                                                                   

Alpino Luciano Leone